Una piattaforma di Social Commerce è un sito e-Commerce che sfrutta appieno i vantaggi di condivisione, fiducia e raccomandazione dei social network, arrivando addirittura a vendere direttamente sulla piattaforma Social.
Nulla a che vedere con i veri e propri siti aziendali ma spazio aggiuntivo per chi ha già un e-Commerce.
Dal momento che si basa sull’engagement, per fare Social Commerce bisogna:
- saper instaurare, alimentare e mantenere le relazioni, anche e soprattutto on line;
- saper far leva sul meccanismo di condivisione, raccomandazione e fiducia che si crea tra gli utenti (acquirenti e potenziali tali).
Secondo quanto emerge dai dati delle vendite, i Social Media hanno grandi potenzialità nel successo di un e-Commerce. In particolare Facebook e i blog si rivelano canali estremamente efficaci.
Però se ne parla da anni e i social network più importanti non hanno ancora capito come utilizzare al meglio il social-Commerce.
I consumatori hanno infatti inviato fin’ora segnali contrastanti: un sondaggio di settembre 2017, ha rilevato che all’incirca un utente americano su cinque ha provato almeno una volta a comprare un prodotto su un sito social. Si tratta di un livello di interesse relativamente basso, ma vista la vastità del pubblico che raccolgono i social network, i volumi sono interessanti.
Nel 2018 si, scommetterà ancora sull’abbinamento social network/clienti cercando la ricetta magica per includere finalmente gli acquisti come parte dell’esperienza social.
Nel 2017 il 70,7% degli utenti Internet statunitensi ha utilizzato i social network, in particolare Facebook, con una media che va dai 15 minuti a 1 ora: essendo un canale estremamente popolare gli esperti di marketing sanno che bisogna raggiungere i potenziali clienti li.
I social media svolgono un ruolo importante nelle prime fasi del percorso d’acquisto:
- sono utilizzati come strumento di ricerca;
- sono fonte di pareri positivi/negativi
In un rapporto globale di PWC gli acquirenti on line hanno infatti citato i social network come i media digitali più utilizzati come ispirazione pre-acquisto.
Cosa ci si aspetta per il 2018?
Intanto, i nuovi metodi di interazione del social Commerce continuano a evolversi, secondo l’ultimo rapporto di eMarketer “Social Commerce 2018: L’influenza nel potere d’acquisto” che analizza il ruolo dei social negli USA:
- vengono costantemente introdotte funzionalità nelle principali piattaforme di vendita al dettaglio;
- il commercio visivo è sempre più influente sul comportamento d’acquisto;
- gli influencer hanno un ruolo predominante.
- Instagram ha iniziato a testare nuove funzionalità commerciali a novembre 2017, con rivenditori come Kate Spade & Co. e Warby Parker.
La nuova esperienza d’acquisto consente ai venditori di taggare i prodotti all’interno di un’immagine. E i potenziali acquirenti posso toccare sull’immagine per prezzi e informazioni sul prodotto. Se poi decidono di acquistare l’articolo, cliccano sul banner “Acquista ora” che li reindirizza al sito del marchio.
“Molte aziende hanno provato il social Commerce, ma in realtà la maggior parte delle persone non è interessata a fare acquisti mentre si trova a navigare sui social“, ha affermato Debra Aho Williamson, principal analyst di eMarketer. “Gli utenti potrebbero invece essere leggermente più inclini all’ acquisto quando usano Instagram.”
Quello che Instagram sta facendo è creare una piattaforma legata a prodotti moda e bellezza. Ciò significa che gli utenti potrebbero essere leggermente più inclini all’ acquisto quando usano Instagram, rispetto a quando sono su altri social anche perché è un social in cui gli influencer possono contare moltissimo.
- Ci sarà una stabilizzazione e regolamentazione dell’Influencer Marketing
Le piattaforme Antitrust si stanno interessando all’argomento e mettendo a punto delle regole per rendere riconoscibili questo genere di pubblicità.
Il 2018 porrà le aziende davanti a una realtà difficile da digerire: la reach organica dei post aziendali è ormai a zero. Occorre perciò individuare in modo specifico il proprio target ed investire nella pubblicità a pagamento, per esempio Facebook Ads.
Aziende piccole e grandi dovranno fare i conti con una visibilità organica sempre minore, diventerà quindi ancora più importante il tema del monitoraggio dei risultati, in modo da poter vedere gli effettivi ritorni.
La domanda è: quanti brand hanno la forma mentis, le competenze e gli strumenti per riuscire a rendere i Facebook Ads un investimento e non l’ennesima voce di spesa?
Lo scopriremo nel 2018.