Nell’era post-COVID la Virtual Reality risponde perfettamente alla necessità di evitare il più possibile assembramenti di persone, come le aule di scuola o quelle dei corsi di formazione.
Anche una volta finito l’effetto emotivo della paura del contagio, nelle aziende e nelle scuole rimarranno a lungo le procedure e gli aspetti organizzativi preventivi, come il distanziamento che potrebbero essere risolti ricorrendo alle applicazioni remote in Virtual Reality.
Una prima soluzione all’emergenza ci è arrivata dallo Smart Working e dalle piattaforme di distance learning ma sono strumenti dispersivi e che aumentano la distanza emotiva.
Con entrambi gli strumenti mantenere la concentrazione per lunghi periodi diventa difficile e sentirsi “distaccati” o poco coinvolti è molto facile. La curva di apprendimento ha poi dei cali significativi in tempi molto brevi.
Fare formazione professionale in modo innovativo ma anche più coinvolgente, è però possibile grazie alla realtà virtuale e alla realtà aumentata.
Un famoso adagio dice: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Fino ad oggi l’insegnamento e la formazione si sono basati sui primi due paradigmi.
Quindi era necessario andare a scuola, attendere ai corsi, fare stage, viaggiare. Tutte attività che prevedevano costi e tempi significativi.
La Virtual Reality permette di sperimentare il terzo paradigma senza spostarsi fisicamente.
La Realtà Virtuale può fornire una risposta efficace al bisogno di formazione che c’è nel mondo del lavoro e dell’insegnamento, senza per questo dover rinunciare alla sicurezza e all’efficienza.
La formazione a distanza è poi diventata per mesi l’unico strumento che docenti e alunni hanno adottato per poter continuare l’anno di studi.
Le potenzialità di crescita del settore sono enormi: la spesa globale per la formazione mediante realtà virtuale e aumentata raggiungerà gli 8,5 miliardi di dollari entro il 2023, prevede IDC.
I target principali sono:
• le aziende
• la sanità
• la scuola
• i consumatori finali
Formazione professionale con la realtà virtuale
La VR è una simulazione della realtà possibile grazie all’informatica. La persona può esplorare un ambiente virtuale e può interagire per mezzo di specifici dispositivi: visore 3D, cuffie e altre soluzioni dedicate.
La realtà virtuale isola l’utente dall’ambiente esterno trasportandolo in una realtà parallela. Per questo si parla di realtà virtuale immersiva in quanto ci si “immerge” in un ambiente di apprendimento attivo a 360 gradi, sperimentando immagini e suoni che dissolvono la barriera tra virtuale e reale.
Utilizzando gli strumenti, gli allievi guardano, parlano e si muovono liberamente in un ambiente virtuale 3D, interagendo con strumenti, macchinari e altri allievi e istruttori reali simulati. La realtà virtuale è ideale soprattutto nei casi in cui si devono simulare situazioni complesse come imparare una lingua fuori dalla nazione madre e diventano molto più pratici, economici e sicuri in una simulazione immersiva.
I corsi che utilizzano la tecnologia VR al posto dei metodi tradizionali per insegnare ai propri alunni stanno scoprendo che questi imparano più velocemente e conservano più informazioni dopo la formazione.
A proposito di corsi di formazione professionale con la virtual reality è da segnalare il caso di Walmart, la più grande catena di Gdo al mondo: ha lanciato il programma di “virtual training” in tutti gli Stati Uniti. L’entità dell’impegno si è tradotto in 17 mila cuffie Oculus Go (visore per la realtà virtuale) presso i negozi mediante cui i dipendenti hanno avuto accesso alla stessa formazione dei propri manager e responsabili di reparto, ha fatto sapere la stessa società. Il programma di formazione è utile per imparare a utilizzare le tecnologie innovative e i nuovi servizi ancora prima che arrivino negli store.
A proposito dell’uso della virtual reality per la sicurezza sul lavoro possiamo citare invece l’esempio di Tyson Foods, colosso USA del settore alimentare, che ha sperimentato il suo impiego nella formazione sulla sicurezza e sulla consapevolezza dei rischi. L’obiettivo era ridurre gli infortuni del 15%; Tyson ha registrato una riduzione superiore al 20% di infortuni e malattie rispetto all’anno precedente.
Dopo anni di sperimentazione oggi finalmente la Realtà Virtuale è abbordabile da tutti e alcune web agency sono in grado di sviluppare applicativi per le aziende e per la scuola.
Visori sempre meno costosi, piattaforme di gaming installate in ogni casa, e un’esigenza post-COVID che prevede norme organizzative precise, creano la convergenza perfetta.
C’è quindi spazio per un’azienda che possa proporre a:
• Insegnanti
• Studenti
• Aziende e Manager
Corsi di inglese in VR che permettano un’esperienza immersiva anche a distanza.
Formazione professionale con realtà virtuale opportunità 4.0
La formazione in Italia con realtà virtuale e aumentata non solo è possibile farla, ma è anche incentivata. Entrambe le tecnologie compaiono, infatti, tra le voci del Credito di Formazione 4.0. Si tratta di un’iniziativa del Ministero dello Sviluppo economico riguardante gli investimenti delle imprese nella formazione del personale nelle materie riguardanti le tecnologie comprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal “Piano Nazionale Impresa 4.0”.
È un credito d’imposta del 40% delle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili,
“limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione, sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario, pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali”
Le attività di formazione concernenti sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e aumentata rientrano tra le attività ammissibili al credito d’imposta.
Come indicato nel disegno di legge di Bilancio 2020, ora al vaglio del Senato, il credito d’imposta sarà prorogato anche il prossimo anno.